Ristorante Trattoria a Sala Baganza, vicino a Parma.
Situato alle porte di Parma, nella campagna emiliana, il ristorante è curato ed informale, strutturato su due piani. Circondato da un ampio prato e dotato di parcheggio privato.
E' la location ideale per accogliere cerimonie ed eventi privati. i.
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Trattoria Valbaganza Via Collecchio, 3 43038 Sala Baganza (PR)
La Rocca di Sala Baganza, presso il torrente Baganza sulle prime colline dell'Appennino ebbe un ruolo di primaria importanza nel sistema difensivo dei castelli parmensi. All' interno delle sale cinquecentesche della Rocca, visitabile in modo permanente la mostra di scultura di Jucci Ugolotti.
Nelle suggestive cantine e nell'ex ghiacciaia della Rocca Sanvitale è stato allestito il Museo del Vino, un percorso espositivo e sensoriale dedicato al vino di Parma, alla sua storia e alla sua cultura.
La pieve di San Biagio, o pieve di Talignano, è un luogo di culto cattolico dalle forme romaniche nella piccola frazione di Talignano del comune di Sala Baganza, in provincia di Parma, appartiene al gruppo delle pievi parmensi.
La pieve fu innalzata probabilmente agli inizi del XII secolo dai frati appartenenti all'oggi scomparso monastero cistercense della Rocchetta.
Tra il XVI e il XVIII secolo la chiesa fu modificata con l'aggiunta di decorazioni barocche e neoclassiche.
Tra il 1930 e il 1940 l'edificio fu completamente restaurato rimuovendo le sovrastrutture aggiunte, con lo scopo di riportarlo alla sua veste originaria: furono recuperati quasi interamente gli esterni con la ricostruzione delle decorazioni romaniche, fu abbattuta la parte della canonica annessa alla chiesa e furono aperte alcune monofore nell'abside.
Edificato nel XVIII secolo in stile neoclassico sul luogo di un preesistente casino di caccia nella tenuta farnesiana, il grande complesso fu commissionato all'architetto Ennemond Alexandre Petitot dalla duchessa Maria Amalia, moglie del duca di Parma Ferdinando di Borbone; fu successivamente arricchito del parco all'inglese disegnato dal giardiniere Carlo Barvitius, concluso nel 1832; nel 1835 passò ai duchi Borbone e, dopo l'Unità d'Italia, ai Savoia, che nel 1870 lo cedettero all'ingegner Severino Grattoni; alienato nel 1881 ai principi Carrega di Lucedio, nella prima metà del XX secolo fu parzialmente adibito a residenza per circa 30 nuclei familiari; abbandonato nel secondo dopoguerra, cadde nel degrado, accentuato dal terremoto del 1983. In parte alienato a partire dal 1994 al Consorzio Parco naturale regionale dei Boschi di Carrega, il complesso, esteso su una superficie complessiva di circa 13 000 m˛, comprende la villa ducale, la lunghissima "Prolunga" con colonnato dorico, il "Casinetto" centrale, sede del Consorzio e del museo dei Boschi e del Territorio, la "Corte rustica" o "Ghetto", la "Casa di Pietra" e le ghiacciaie; il "Giardino monumentale", solcato da due viali d'accesso delimitati da piante.
Poco distante da Parma, vicino al Casino dei Boschi a Sala Baganza, c’è Villa del Ferlaro, una maestosa struttura circondata dal verde della campagna emiliana.
Vi si accede da un viale di cedri monumentali che anticamente serviva a congiungere le antiche residenze ducali.
Il complesso venne ampliato nel 1827, quando la duchessa di Parma Maria Luigia d’Austria aggiunse alle sue proprietà di Sala i boschi di Montetinto Montecoppe e la tenuta di proprietà Fedolfi. Ad occuparsi delle modifiche fu l’architetto Gazzola, che avviò numerosi lavori di trasformazione del casino pre-esistente: lo scopo era destinarlo ai figli della Duchessa.
Da allora fu chiamata Villa del Ferlaro, per via della forma a stampella (in dialetto del luogo “ferla”) che si disegnava sul terreno con la confluenza del Rio Valline nel Manubiola.
Perse così le caratteristiche di cascina per la caccia e assunse quelle di villa neoclassica, grazie agli ampliamenti che richiamavano le opere del Palladio.
Attualmente è circondata da un Parco all’inglese, ricco di essenze esotiche e realizzato dal Barvitius dal 1827 al 1832 circa, che conserva tuttora il suo disegno originale, con viali ampi e grandi gruppi di conifere secolari.
La villa non è visitabile all’interno ma è possibile muoversi lungo i viali del parco e godere di questa natura modellata dall’uomo, e visitare poi il Lago dei Pini e la zona agricola di Montecoppe.